“Il rischio è che finiremo per competere con produttori extra UE che non devono rispettare le regole alle quali noi dobbiamo attenerci” con queste parole Marco Lariccia – in rappresentanza del comitato scientifico di Dye-Staff – ha delineato lo scenario competitivo che andrà a crearsi fra meno di due anni. La ragione è che “molte delle sostanze regolate in Europa non lo sono all’estero” e questo porterà inevitabilmente a uno sbilanciamento nel quadro competitivo.
Il 17 maggio si è tenuto a Prato un importante simposio internazionale sui temi dell’innovazione e della sostenibilità nel settore tessile e abbigliamento e Dye-Staff non ha mancato di portare le proprie ragioni e di informare sui passi avanti che si stanno facendo nel nostro Paese. “La Camera Nazionale della Moda Italiana– ha spiegato Lariccia – ha recepito un capitolato italiano nel quale vengono definiti i requisiti del settore tessile italiano, con l’intenzione di estenderlo poi a livello europeo”. Si tratta delle linee guida sui requisiti eco-tossicologici che il presidente di Cnmi, Carlo Capasa, ha presentato il 29 febbraio scorso a conclusione della settimana della moda di Milano.
L’incontro di Prato, organizzato dall’assessore Daniela Toccafondi, faceva parte delle iniziative del Progetto europeo RESET (RESearch centers of Excellence in the Textile sector) che ha come obiettivo specifico quello di migliorare l’infrastruttura in ricerca e innovazione e le capacità di sviluppare eccellenze in R&I promuovendo centri di competenza.